Una nuova tabella per la monumentale “Porta Santo Stefano”
Da qualche giorno è stata collocata una nuova tabella toponomastica identificativa della porta monumentale di terra detta “spagnola”, ideata dall’ingegnere militare olandese Carlos de Grünembergh e costruita nel 1681. La tabella, fatta realizzare dalla Società Augustana di Storia Patria, è stata donata all’Amministrazione Comunale tramite l’assessore alla Cultura e Toponomastica Giuseppe Carrabino che ne ha disposto la collocazione in sostituzione di quella vecchia. La nuova riporta un nome che pur apparendo una novità ha in realtà un fondamento storico. “Porta Santo Stefano” è infatti il nome antico del monumento che gli Augustani da sempre chiamano “Porta Spagnola”, anche per causa di una “resistenza collettiva” legata alla tradizione, cioè a quella serie di fatti verso cui la società non si preoccupa né d’indagare, né di modificare. Per la nostra Città – riferisce Salvatore Romano, presidente della Società Augustana di Storia Patria – la porta è un monumento storico rappresentativo. Una sorta di “emblema” locale oltre a quello ufficiale comunale della memorabile aquila sveva che si ammira scolpita anche sulla facciata del Palazzo di Città. Il nome “Porta Santo Stefano” che abbiamo voluto proporre nella nuova tabella, non è frutto della fantasia, ma corrisponde alla traduzione dallo Spagnolo, “Puerta San Estevan” che chiunque può leggere nella legenda della pianta che fu disegnata da Giovanni Battista Sesti nel 1682 (pubblicata anche in Liliane Dufour, Augusta da città imperiale a città militare, Cap. XII – Grünembergh e l’ammodernamento delle fortificazioni, pag. 63, Sellerio editore Palermo, 1989). Col nome “Santo Stefano” si allude chiaramente Don Francesco Benavides del Puerto y Dàvila, IX Conte di Santo Stefano, che da Viceré di Sicilia negli anni 1678-1687, fu incaricato di sovraintendere alla fortificazione del litorale di Augusta e in particolare alla cosiddetta “Opera a Corno” o “Tenaglia” terminata nel 1681, sotto il regno di Carlo II Re delle Spagne e di Sicilia. “Santo Stefano” oltre ad essere il primo martire della Cristianità era per la precisione anche l’altisonante titolo nobiliare della famiglia Benavides e con esso ci si riferiva, sia al casato che a questo Viceré, per la cui fama, quando si nominava se ne poteva omettere il nome (Francisco), i cognomi (Benavides del Puerto preso dal padre e Dàvila preso dalla madre) e il numero ordinale (IX). Omissione concessa quando si nominavano e si nominano ancora oggi i personaggi eminenti della Storia (Napoleone), della Scienza (Fermi), della Politica (Cavour) e delle Arti (Michelangelo). Del resto anche sull’epigrafe della ben nota Torre Avalos, che prende il nome dal Viceré don Ferdinando d’Avalos Marchese di Pescara che la fece costruire e poi riparata nel 1681 dal Benavides, l’artefice non fu ricordato col suo nome, ma per la sua fama con l’appellativo “Piscario” cioè “Il Pescara”. L’assessore Carrabino, nel ringraziare la Società, dichiara che questo semplice suggerimento s’inserisce a nel programma di recupero della memoria storica della città che l’amministrazione Di Mare attua anche attraverso l’Assessorato alla Cultura e Toponomastica. Ringraziamenti sono stati espressi anche dal Sindaco che ha sottolineato come dai risultati e dalle segnalazioni che vengono dalla ricerca storica locale, si può contribuire alla promozione e la valorizzazione del patrimonio culturale della città e del suo territorio.
Fonte articolo webMarte