La Società Augustana di Storia Patria commemora Cesare Artoni
Promossa dalla Società Augustana di Storia Patria, si terrà il 31 luglio 2020 alle 19:00, nell’anniversario dell’eroico fatto d’arme, la commemorazione del tenente Cesare Artoni medaglia d’argento al valore militare e del suo gruppo di arditi nuotatori. “L’iniziativa, che si avvale della collaborazione della Federazione Nazionale Arditi d’Italia sezione di Ragusa – “Gruppo Ponte Primosole” – spiega Giuseppe Carrabino – ha il patrocinio del Comune di Augusta ed intende proseguire nell’opera di divulgazione e conoscenza dei personaggi da additare quali esempi di coraggio e altruismo”. La cerimonia si terrà presso largo Moreno, in zona Monte Tauro, dove alla presenza delle autorità civili e militari, associazioni d’arma, soci e cittadinanza avrà luogo la scopertura di una epigrafe commemorativa e la deposizione di una corona d’alloro. Seguirà l’intervento di Antonello Forestiere, direttore del Museo della Piazzaforte sul tema: “Augusta, luglio 1943” e la commemorazione del 77° anniversario del fatto d’arme del X Reparto Arditi a cura di Federico Ciavattone, direttore del Centro Studi di Storia del Paracadutismo Militare Italiano – Pisa. Il Centro Studi da lui presieduto è sorto in seno all’associazione nazionale dei Paracadutisti d’Italia (e come affiliazione del museo Storico delle Aviotruppe di Pisa) ed ha sede presso lo stesso Museo, nella Caserma “Gamerra” del Centro Addestramento Paracadutisti di Pisa.
“La figura di Cesare Artoni (1910 – 1997) è nota in ambito militare ma forse ben pochi nella sua città natale conoscono l’episodio che ha determinato il riconoscimento della medaglia d’argento al valor militare. Si deve all’indimenticabile storico militare Tullio Marcon e successivamente al professore Salvatore Paci l’aver illustrato la “missione impossibile” che i tedeschi affidarono alla IV° pattuglia Arditi nuotatori comandata dal tenente Artoni, – continua Carrabino – che da augustano conosceva bene i siti da colpire. Doveva trattarsi di un’azione spettacolare e dimostrativa oltre le linee inglesi con la finalità di colpire magazzini di munizioni o di carburante che esplodendo avrebbero creato scompiglio e terrore tra gli inglesi. Il blitz ebbe successo, creando l’effetto sperato ed alleggerendo la pressione inglese alle porte di Catania che di fatto risulterà poi ridursi ad un’attesa del ripiegamento italo-tedesco. Artoni aveva 33 anni, figlio di un ufficiale dell’Esercito; aveva partecipato alla guerra civile in Spagna, in cui venne nominato comandante di un plotone mitraglieri. Ferito al petto da un proiettile che gli perforò il torace e che, uscito dalla schiena, spezzò la gamba ad un suo uomo, ordinò di non curarsi di lui ma di continuare il combattimento. Per questo comportamento venne decorato con Medaglia di Bronzo al Valor Militare. L’iniziativa della Società Augustana di Storia Patria si inserisce nel progetto dal titolo “Cesare Artoni, un militare augustano. Dalla guerra di Spagna al X Reggimento Arditi”. Un progetto che vede riuniti allo stesso tavolo gli eredi Artoni, Marco Gimmillaro dinamico esponente della Federazione Nazionale Arditi d’Italia – “Gruppo Primosole” e del professor Federico Ciavattone. La Società di Storia patria esprime gratitudine nei confronti della socia Lucia Artoni Caramagno che con grande sensibilità culturale ha ritenuto affidare al sodalizio documenti, carte, opuscoli, cartoline e riviste appartenute al genitore e che oggi costituiscono il “Fondo Artoni”. Ecco il fatto d’arme che vide protagonista Artoni e i suoi Arditi secondo la narrazione di Lorenzo Bovi.
Foto di copertina della pubblicazione “La missione di Cesare Artoni e i suoi Arditi ad Augusta nel 1943” di Salvatore Paci
La sera del 30 luglio 1943 la pattuglia di Arditi Nuotatori salpa da Giardini Naxos su tre mezzi d’assalto della Regia Marina, scortati da tre motosiluranti al comando del capitano di vascello Lenzi. Dopo una navigazione tranquilla arrivano in vista della costa augustana, a sud di Brucoli, dopo Capo Campolato. I dieci uomini salgono su due canotti e nel buio fitto raggiungono silenziosamente la riva. Purtroppo la corrente li spinge lontano dal puntodesignato ed un canotto si fracassa contro gli scogli. Portano a terra il materiale rimasto ma non riescono a recuperare il canotto sano, che se ne va portato dalle onde, insieme ai 3 piccioni viaggiatori che sarebbero serviti ad inviare informazioni. Sono soli, fradici, dietro le linee nemiche e senza mezzi per la fuga. Vedono una grotta e vi si infilano dentro, trovandola però piena di gente sfollata da Augusta. Scambiandoli per militari sbandati gli sfollati forniscono utili informazioni sulla posizione degli inglesi e sulle migliori strade da seguire. La pattuglia si sistema in assetto da marcia e con fare marziale sfila sotto il naso di un accampamento inglese, di una batteria antiaerea ed infine di alcuni grossi depositi di munizioni e carburante. Il buio della notte confonde le sagome agli inglesi che li scambiano per commilitoni (cosa accaduta spesso in tutti i fronti di guerra). Artoni memorizza gli obiettivi e dopo 5 km di marcia raggiunge la sua casa di campagna in contrada Celona. I familiari di Artoni nascondono gli Arditi nella legnaia, dove resteranno a riposare per tutto il giorno mentre lui, in abiti civili, incontrerà alcuni amici ed ottenute le informazioni sulla presenza inglese nella zona risolverà il problema del rientro trovando una barca. Alla sera, verso le 22 la pattuglia giunge nelle vicinanze dei depositi visti il giorno precedente, sistema di nascosto le cariche di esplosivo strisciando sotto il naso delle sentinelle dandosi poi appuntamento alla barca. Arrivano tutti incolumi, ma … nella barca non ci sono i remi. Eppure bisogna scappare perché è già passata la mezzanotte e tra poco le cariche esploderanno; staccano allora delle assi dalle panche e remano con quelle. Inoltre la barca è vecchia ed in secca da molto tempo, per cui comincia a filtrare acqua. Alle ore 01:30 quando si trovano già al largo, in direzione di Catania (in mano agli italiani) odono un grande boato che diventa poi un incendio spaventoso: la missione ha avuto esito positivo! La notte passa remando, ma alle 8 di mattina del 1° agosto gli Arditi sono ancora alla foce del Simeto, la barca è lenta e la salvezza non è ancora raggiunta. Gettano le divise e nudi vengono scambiati per pescatori da un aereo inglese che li sorvola. Si alza un forte vento contrario che li spinge indietro e non riescono ad avanzare. Ad un certo punto gli avamposti inglesi sul fiume Simeto li scoprono e cominciano a farli tiro di mortaio. Gli Arditi sono costretti a buttarsi in acqua e distanziarsi l’uno dall’altro per sfuggire al fuoco nemico, anche un nuovo aereo che li sorvola comincia a sparargli contro. Artoni ordina allora di tentare di raggiungere la riva a nuoto, verso le postazioni italiane. Grazie ai duri mesi di addestramento precedente, ce la faranno tutti, davanti agli occhi increduli dei fanti del 372° battaglione costiero che tiene quel settore, ma proprio dopo aver toccato terra, stanco e distrutto dalla fatica, Artoni viene colpito alla testa da una scheggia di mortaio e tornerà ferito a S. Maria La Scala. Artoni intanto viene ricoverato in ospedale, prima a Messina e poi in Piemonte. Dopo varie vicende decide infine di tornare a casa. Nel 1950 gli viene confermata la Medaglia d’Argento per l’epica impresa, già proposta sul campo al ritorno dalla missione, e nel 1992 a titolo d’onore è nominato tenente colonnello. Morirà nel marzo del 1997. La pattuglia di Cesare Artoni – Arditi Nuotatori, il 31 luglio 1943 era così composta: Cesare Artoni (tenente comandante – Medaglia d’Argento), Salvatore De Filippis (sergente – Medaglia d’Argento), Tommaso Cortese (Capitano Maggiore – Medaglia di Bronzo), Guido Giordano (Caporale – Medaglia di Bronzo), Alfredo Stanzani (Ardito – Medaglia di Bronzo), Dino Sacchetto (Ardito – Medaglia di Bronzo), Giuseppe Pietrazzo (Ardito – Medaglia di Bronzo), Mario Vanacore (Ardito – Medaglia di Bronzo), Mario Chirico (Ardito – Medaglia di Bronzo), Giovanni Dato (Ardito – Medaglia di Bronzo).