Augusta la flotta Russa ed il terremoto del 1908. (Avv. Raffele Migneco)
AUGUSTA LA FLOTTA RUSSA ED IL TERREMOTO DEL 1908 (articolo dell Avv. Raffaele Migneco pubblicato sul bollettino n.3 del 2019 della Società di storia patria di Augusta) (nelle foto: il col. Nastasi ed il Sindaco avv. A.Omodei. - la corazzata Slava ; la corazzata Tsesarevich)
La mattina del 28 dicembre 1908 i sismologi dell’Osservatorio Ximeniano di Firenze scrissero: «Stamani alle 5:21 negli strumenti dell’Osservatorio è incominciata una impressionante, straordinaria registrazione: “Le ampiezze dei tracciati sono state così grandi che non sono entrate nei cilindri: misurano oltre 40 centimetri. Da qualche parte sta succedendo qualcosa di grave.» (1) Fino al primo pomeriggio del 28 nulla si seppe se non voci e vaghe testimonianze ma intorno alle ore 16,00 entrò nel porto di Catania il piroscafo Washington portando la tragica notizia e così le autorità appresero finalmente l’entità della catastrofe. Messina era distrutta. Al momento del terremoto, il Washington si trovava vicino la costa. Fortissime scosse furono udite e poi una polvere simile a nebbia avvolse la nave e tanto che il comandante Ribaudo diede ordine di fermare le macchine. Solo nella mattinata il Washington entro nel porto di Messina e avvicinatosi alle banchine semidistrutte ricevette l’invito da parte delle autorità provvisorie, di recarsi subito a Catania, per diffondere l’allarme e imbarcare truppe da portare sul posto dell'ecatombe. Da Catania la notizia arrivò velocemente a molti Prefetti e Sindaci delle provincie siciliane e ciò per la solerzia del Sindaco che mobilitò il personale e fece immediato ed ampio uso del telegrafo. Ad Augusta le scosse si erano sentite e si era anche verificato un maremoto, per fortuna di dimensioni ridotte, e dunque erano circolate voci e testimonianze di disastri avvenuti altrove. Nel primo pomeriggio del 28 il Sindaco di Augusta, avv. Antonio Omodei, viene chiamato al telefono dal sindaco di Siracusa Toscano, il quale concitatamente lo informa delle dimensioni del disastro e chiede il di lui aiuto onde convincere la flotta russa che era ormeggiata in porto ad un immediato intervento a sostegno delle popolazioni di Messina
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Aggiunge Toscano che a sua volta avrebbe chiesto l’aiuto delle navi britanniche che si trovavano ormeggiate nel porto grande di Siracusa. In effetti era in porto da qualche giorno la quadra dell’ammiraglio Livitnov composta da due navi di linea corazzate e da due incrociatori a seguito di esercitazioni in mare da parte della flotta del Baltico. Erano in bella vista nel porto la corazzata “Slava” di 14.200 tonnellate e con 754 uomini di equipaggio, la corazzata Tsesarevich di 13.100 tonnellate e con un equipaggio 778 uomini, l’incrociatore “Admiral Makarov” di 7784 tonnellate e con un equipaggio di 568 uomini, il “ Bogatyr” di 5910 tonnellate con un equipaggio di 581 uomini. In totale 2681 uomini addestrati e disciplinati che potevano apportare un valido ed immediato aiuto. Appena il giorno prima l’amm. Livitnov era sceso a terra per i convenevoli d’uso ed era stato ricevuto in Municipio dal Sindaco. Tra i due i rapporti furono molto cordiali nonostante le difficoltà della lingua. L’incontro si concluse con un giro in carrozza per il Paese e fino alla Darsena. Nulla faceva presagire che i due si sarebbero rivisti fra alcune ore.(2) Il Sindaco dunque non si perde d’animo e prontamente alla Darsena si imbarca e raggiunge la nave ammiraglia. L’ammiraglio non si convince immediatamente della necessità di un rapido intervento e vorrebbe aspettare la conferma da Pietroburgo ma i suoi subordinati, ufficiali, guardiamarina, marinai semplici insistono e vogliono che si parta subito, e così fu. Lo riferisce Garald Graf guardiamarina a bordo dell’admiral Makarov nel suo libro “La flotta Imperiale del Baltico tra le due guerre 1906 -1914 ” . Velocemente si imbarcano medicinali, viveri, ma anche picconi, vanghe, scale, corde, barelle, messe a disposizione del Comune in tutta fretta e frutto di spontanee donazioni dei cittadini. La flotta parte di notte e durante la navigazione si preparano le squadre ed i mezzi coordinati dal capitano Ponomarev comandante dell’incrociatore Makarov . Le cannoniere Giljak e Koreec che avevano fatto rotta da Palermo si uniscono alla flotta .
corazzata Slava
corazzata Tsesarevich
(3) I valorosi marinai russi raggiungono Messina alle prime luci dell’alba del 29 dicembre e subito si mettono all’opera. Passeranno alla storia come i primi soccorritori intervenuti anche se ciò non risponde del tutto al vero, perché vi erano nel porto di Messina navi italiane che però rimasero inerti per alcune ore per la confusione e la distruzione in cui erano coinvolte. (4) I russi ebbero il merito di intervenire con tempestività e con una organizzazione e disciplina adeguata e così salvarono circa 1.500 persone tra le macerie ed ebbero la riconoscenza della gente e del Governo italiano. Michail Pervuchin nel suo articolo “I russi e gli italiani”, tradotto dalla Ostakhova ricercatrice della Università di Messina, sintetizza bene la differenza tra i russi e tutti gli altri. Gli stranieri delle altre nazioni, offrendo il loro aiuto si sono dimostrati amici, mentre i russi sono risultati fratelli.“ (5) Quando si fecero le statistiche ne risultò un quadro devastante: Tenendo conto dei crolli di interi quartieri si ipotizza una cifra di 80.000 morti in Sicilia e 40.000 in Calabria. Le persone ritrovate vive sotto le macerie furono di circa 17.000 di cui: 13.000 circa salvate dai militari italiani, 1.300 dai russi, 1.100 dagli inglesi e 900 dai tedeschi. Con riguardo alle operazioni di trasporto della Marina militare le informazioni trasmesse diedero per certo, alla data del 2 gennaio 1909, il trasferimento nei vari ospedali di circa 10.300 feriti, mentre altri 1.200 furono movimentati dalla marina inglese e circa 1.000 da quella russa. (6) Gli effetti del terremoto si fecero sentire anche ad Augusta . Nella notte del 28 si udirono boati e scosse e poi il mare avanzò fino alle pendici alzandosi per due metri nei ponti di ingresso, invase le saline trasportandovi uno strato di fango che le rese improduttive per alcuni anni. Nel mese di gennaio del 1909 vennero ritrovati in mare cadaveri sicuramente provenienti dalle zone costiere ove il maremoto aveva distrutto ogni cosa : Il Bollettino della società geologica del 1909 vol. X così descrive il sisma con il conseguente maremoto e ritrovamento di cadaveri a Capo Santa Croce: “Il 28 Dicembre 1908 un terremoto pari a 7,5 della scala Richter , ha scatenato una devastazione che ha coinvolto tutta la Sicilia. L'epicentro fu nello Stretto di Messina, che separa la Sicilia dalla Calabria. Poco dopo la prima scossa, uno tsunami ha scaricato onde di 12 metri sulle città costiere provocando circa 100.000 morti, il sisma più letale della storia europea. La popolazione della sola città di Messina, stimata in circa 150.000 persone, è stata ridotta a poche centinaia; il numero di morti totali in tutta Italia è stato stimato in circa 200.000. Migliaia di corpi sono stati scaraventati in mare e molti sono stati attaccati dagli squali. Ai primi di gennaio 1909, tre corpi non identificati furono recuperati dallo stomaco di una femmina di grande squalo bianco catturata in una rete al largo di Capo San Croce, nei pressi di Catania; si pensa che siano annegati durante lo tsunami provocato dal terremoto” Ad Augusta non si parla d’altro e così la sera del 29 dicembre al Casino dei Civili (7) qualcuno tra i più giovani lancia l’idea di formare un ospedaletto per la cura dei feriti di Messina. Il Sindaco Omodei ed il col. Vincenzo Nastasi sostengono con fervore l’idea ritenendo doveroso che Augusta desse il suo contributo ai fratelli Messinesi. (8) La decisione fu rapida ed alle prime luci dell’alba si vuotarono le scuole dell’ex convento di S. Caterina e si attrezzarono con letti e biancheria donati dai cittadini più facoltosi. Si avvisarono il Prefetto e le altre autorità della lodevole iniziativa e già nel pomeriggio giorno 30 successivo arrivarono i primi feriti. La Giunta comunale retta dal Sindaco nominò Presidente dell’ospedale il conte Gabriele Lavaggi e direttore il col. Vincenzo Nastasi. Quest’ultimo si premurò di trovare donne volenterose in grado di fare da infermiere e di organizzare tutte le attività operative del nascente ospedale. Il giorno 31 giunsero altri feriti portando il numero dei ricoverati a 60. (9) L’ospedale si reggeva con fondi del Comune ma anche con donazioni volontarie dei cittadini. Arrivarono anche generi alimentari dall’America. I ricoverati man mano che guarivano venivano assistiti dal Comune nel rientro nei loro paesi con l’accompagnamento a mezzo delle guardie comunali e con l’assegnazione di una somma di denaro per le loro prime esigenze. (10) Alla fine di settembre del 1909 , collocati tutti i ricoverati e pagati tutti i fornitori, l’ospedaletto chiudeva con un avanzo di lire 25.000 che furono restituiti alla Prefettura con meraviglia di questa considerando che Augusta fu una delle poche città a chiudere i conti in ordine. La Giunta municipale composta dall’ avv. Antonio Omodei Sindaco e dagli assessori cav. Salvatore Grande, cav. Sebastiano Torresi, cav.uff. Domenico Costanzo, cav.dott. Gaetano Migneco e con l’assistenza del Segretario comunale Giuseppe Aurelio Reitano con delibera n.1 del 4 gennaio 1909, così statuiva : “La Giunta riunita d’urgenza, considerata l’opera eroica compiuta dalla squadra russa del Baltico in favore degli sventurati fratelli di Messina , così crudamente colpiti dall’immane disastro; considerato che i valorosi marinai ed ufficiali tutti della squadra suddetta al comando del contr. ammiraglio Livitnov, primi accorrendo sul luogo del disastro , hanno compiuto atti di vero eroismo, sfidando la morte per salvare innumerevoli esistenze, scrivendo così una pagina d’oro nella storia dell’umanità; che essi hanno diritto all’ammirazione universale ed alla riconoscenza imperitura degli Italiani; che Augusta è orgogliosa di averli ospitati in questo porto; Per tali motivi la Giunta, interprete del sentimento unanime di questa cittadinanza delibera un voto di plauso e di ammirazione per la eroica Squadra così degnamente e valorosamente comandata dal contr. Ammiraglio Livitnov a cui da Questa Amministrazione sarà offerta una pergamena commemorativa mostrante la riconoscenza del popolo di Augusta”. Come in altre occasioni, nel maggio il Governo decise di ricompensare con specifica attestazione, civili, militari, enti ed organizzazioni umanitarie impegnate nelle operazioni di soccorso testimoniando così le particolari benemerenze acquisite dalle stesse nell’opera assistenziale svolta a favore dei terremotati. Tra questi ai marinai russi venne conferita una “medaglia di benemerenza per il terremoto calabro-siculo” Il contrammiraglio V. I. Litvinov avendo brillantemente organizzato le operazioni di salvataggio ricevette la maggior onorificenza italiana ovvero la “Grande Croce dell’Ordine della Corona Italiana”, mentre i comandanti delle navi e i medici di bordo ricevettero le “Croci di comando”. Al Sindaco di Augusta avv. Antonio Omodei, veduto il Regio Decreto 5 giugno 1910, con decreto del Ministro Segretario di Stato per gli affari dell’Interno in data 15 giugno 1910 fu conferita la Menzione di Onorevole per l’opera da esso data nella occasione del terremoto del 28 dicembre 1908 in Calabria e in Sicilia. Il ricordo della dedizione dei marinai russi vive ancora oggi nei grati cuori degli italiani. A Messina molte strade e viali sono nominati in loro onore ed un monumento è stato eretto in loro ricordo. °°°°°°°°°° °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° 1) Vito La Colla in Globalgeografia.com 2 ) Dettagli tratti da testimonianze orali 3) Il ricordo dell'aiuto ricevuto dai Russi restò vivo a Messina: Dopo la Rivoluzione d'Ottobre, il comandante Ponomarev dell'incrociatore Makarof, divenuto Ammiraglio, dovette fuggire dalla Russia bolscevica e giunse a Messina nel 1918, privo di mezzi di sostentamento. Ma in città fu subito organizzata una raccolta di fondi per aiutarlo tramite il giornale La Gazzetta di Messina e delle Calabrie.) 4) A Messina, sede della 1º squadriglia torpediniere della Regia Marina, si trovarono ancorate nel porto le torpediniere "Saffo", "Serpente", "Scorpione", "Spica" e l'incrociatore "Piemonte"; a bordo di quest'ultimo un equipaggio di 263 uomini tra ufficiali, sottufficiali e marinai. Non fu possibile ritrovare vivo il comandante della "Piemonte", Francesco Passino, sceso a terra nella serata precedente per raggiungere la famiglia e deceduto unitamente alla stessa a causa dei crolli. 5) Giuseppe Iannello in Russianecho.net 6) Dati riferiti da Vito La Colle nel suo articolo in Globalgeografia.com 7) Si tratta dell’attuale “Circolo Unione” 8) L’avv. Antonio Omodei sindaco di Augusta dal 1905 al 1911 e poi dal 1913 al 1919; Fu anche Presidente del Consiglio Provinciale, dominò la scena politica augustana per oltre un decennio. Il col. Vincenzo Nastasi messo a riposo nel 1909 col grado di maggiore, fu Presidente del Consorzio Agrario e Giudice Conciliatore nel 1903. Divenne Sindaco di Augusta nel 1912 per circa un anno, in opposizione all’avv. Omodei. Entrambi furono gli artefici della installazione della luce elettrica in Augusta: l’Omodei la iniziò il Nastasi la continuò e l’Omodei la concluse nel 1914. All’uopo entrambi si avvalsero della consulenza dell’illustre scienziato Orso Mario Corbino. Si Veda il fascicolo “Installazione energia elettrica ad Augusta” presso l’archivio Comunale). 9) La gran parte delle notizie sull’ospedaletto sono tratte dalle “Memorie di vita militare e civile 1871-1917” del col. Nastasi- Roma 1988. Le dette memorie sono autobiografiche ed elogiative e tuttavia ottima fonte di notizie. 10 ) Si confrontino le delibere della Giunta municipale n. 5,6,14,20,25,32 del 1909. Bibliografia: - Rivista militare annata 1909 “le navi italiane di linea” - D. Mack Smith – “storia D’Italia 1861-1969 – Milano 1984 - Garald Graf guardiamarina a bordo dell’admiral Makarov “La flotta Imperiale del Baltico tra le due guerre 1906 -1914) ” . - bollettino Società geologica 1909 vol X. - Nuova storia di Augusta – Giuseppe Messina – Arnaldo Lombardi ed.Siracusa - 2000 - Delibere della Giunta Municipale : n.1 del 4/1/1909; n.5 del 20/1/1909; n.6 del 28/1/1909; n. 14 del 22/3/1909; n.20 del 2/6/1909; n.25 del 7/7/1909; n.32 del 19/10/1909. - “Memorie di vita militare e civile 1871-1917”. Col. Vincenzo Nastasi Bulzoni Editore Roma 1988.
Il Col. Vincenzo Nastasi